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Curiosità

Chi c’è davvero dietro la Barilla: proprietari, sedi e da dove arrivano i prodotti

Come la Fiat e la Olivetti, la Barilla è un marchio storico italiano. Ma c’è una differenza: l’azienda non è mai finita in mani straniere…

Capita raramente che il nome di un’industria storica corrisponda ancora a quello dei veri proprietari del marchio. In Italia, una cosa del genere succede con la Ferrero, una delle realtà imprenditoriali più ricche e di successo del Paese. E poi con la Barilla. Sì: la nota multinazionale del settore alimentare, specializzata in pasta, sughi e prodotti da forno, è ancora saldamente nelle mani della famiglia che le ha dato il nome.

Chi c’è davvero dietro la Barilla: proprietari, sedi e da dove arrivano i prodotti – darino.it

L’azienda fu fondata nel lontano 1877 a Parma da Pietro Barilla senior, che nella vita faceva il panettiere. Dopo aver cominciato a produrre pasta secca, il signor Barilla,  mise su una bella bottega per la produzione di pane e pasta. Nei primi del Novecento, il negozietto era già un’importante azienda in grado di esportare farina e pasta in quasi tutta l’Emilia. Intorno al 1910 i Barilla presero in affitto un fabbricato, che più tardi riuscirono a comprare, per dar vita a un pastificio dotato di un forno a produzione continua.

L’impero Barilla: da Parma al mondo intero

Nel 1952, dopo la guerra, Pietro e Gianni, nipoti del vecchio fondatore, decisero di smettere di produrre pane per concentrarsi sulla pasta. E inventarono la confezione in cartoncino per vendere la pasta secca e quella all’uovo. Da allora, i Barilla non si sono più fermati. La loro azienda è cresciuta nel tempo fino a diventare un colosso globale.

Oggi la multinazionale è guidata dalla quarta generazione: i fratelli Guido, Luca ed Emanuela Barilla. Tre imprenditori che non ci mettono solo il nome: sono esperti di commercio e produzione, presiedono il consiglio d’amministrazione e prendono le vere decisioni, esponendosi per le acquisizioni e le nuove direzioni commerciali. Gestiscono insomma un colosso da più di 8.000 dipendenti diretti e con un fatturato annuo vicino ai 5 miliardi di euro.

L’impero Barilla: da Parma al mondo intero – darino.it

La pasta è ancora il core business della famiglia. Ma in produzione c’è tanto altro. Sughi, biscotti, merendine, pane… Negli anni il marchio parmigiano ha acquisito altri marchi storici come Mulino Bianco, Gocciole, Pavesini, Gran Pavesi, Pan di Stelle, Voiello, Ringo, Togo, Artisia, Sammontana… E il vecchio stabilimento di Parma si è spostato a Pedrignano, che è definito il più grande laboratorio di pasta al mondo.

Accanto allo stabilimento principale ci sono altri ventiquattro impianti distribuiti in una decina di Paesi (USA, Russia, Svezia, Francia, Turchia…). Ma la Barilla ci tiene a precisare che il 50% della produzione avviene ancora in Italia. I prodotti del marchio arrivano dovunque. La pasta è presente in oltre 100 Paesi. Insomma, è un impero alimentare. Ma attenzione: l’azienda non è quotata in Borsa. È una società privata. Questo vuol dire che può permettersi di pensare sul lungo periodo, senza l’ansia di dover far felici gli azionisti ogni tre mesi.

E i risultati sembrano più che positivi… Ora la famiglia ha deciso pure di ridurre le emissioni, di puntare sui prodotti integrali e biologici. La qualità del grano non risulta pregiatissima, ma la pasta è apprezzata in tutto il mondo.

Giuseppe F.

Napoletano che vive e lavora a Roma ma tifa Inter. Scrivo per professione e diletto. Ho collaborato con varie riviste culturali e siti online, corretto bozze ed editato o riscritto libri. Mi piacciono la filosofia medievale, i film horror anni ’70 italiani e la musica krautrock. Idolo calcistico: Ivan Zamorano.

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