L’idea di mangiare un insetto suscita ancora reazioni di disgusto o allarme. Ma in realtà tanti alimenti che consumiamo quotidianamente contengono insetti.
Dunque, quasi tutti, anche senza rendersene conto, avranno già consumato simili alimenti. Sotto forma di frammenti, di derivati ed estratti che si nascondono in alimenti comuni. Dal 2023, l’Unione Europea ha autorizzato l’uso della farina di Acheta domesticus (il grillo domestico) in pane, pasta e altri prodotti da forno. E la notizia ha suscitato un acceso dibattito in Italia, tra polemiche, allarmi e disinformazione.
Ma la decisione dell’UE è parte di una strategia alimentare più ampia, che mira a promuovere una dieta sostenibile, sicura e ricca di proteine alternative. Gli insetti, infatti, rappresentano una risposta concreta ai problemi ambientali e alimentari globali. Il loro allevamento richiede meno acqua, meno spazio e meno risorse rispetto agli animali tradizionali. Inoltre, sono altamente nutrienti: ricchi di proteine, vitamine e minerali, possono integrare efficacemente la dieta moderna.
In molte culture asiatiche, africane e sudamericane, gli insetti fanno parte della cucina quotidiana da secoli e secoli. In Europa, invece, il loro consumo è ancora visto con sospetto. Eppure, come dimostra un caso in particolare, li abbiamo sempre utilizzati, anche se in forme meno evidenti.
C’è per esempio un insetto da cui si ricava un colorante naturale presente in tantissimi prodotti. Quando un cibo rivela una colorazione accesa o una bevanda appare brillante e intensa, ormai lo sanno tutti, dipende dalla presenza di coloranti. Di solito ci si preoccupa dei coloranti artificiali, preferendo quelli di origine naturale. Ma quasi nessuno si chiede da dove provengono i cosiddetti coloranti naturali.
La cocciniglia, un fitofago inviso a chiunque coltivi delle piantine in giardino o su balcone, è per esempio la risorsa da cui si ricava il colorante naturale E120 (l’acido carminico). Ed è presente in moltissimi alimenti e bevande senza che la gente lo sappia. Lo yogurt alla fragola e quello ai frutti rossi, per esempio, nove volte su dieci sono colorati con l’E120. Stessa cosa per molte caramelle, per i succhi di frutta e per alcune merendine.
La cocciniglia è solo uno dei tanti esempi di come gli insetti siano già presenti nella nostra alimentazione. In realtà, in Italia abbiamo ancora un problema culturale rispetto a certi argomenti. E subiamo anche un’informazione non troppo trasparente. Ma è sempre importante fare chiarezza, dato che conoscere ciò che mangiamo è il primo passo per superare pregiudizi e aprirsi a nuove possibilità. L’UE, intanto, sta valutando l’autorizzazione di altri insetti commestibili, come larve e locuste. Il futuro dell’alimentazione potrebbe essere più insetto-centrico di quanto immaginiamo. E forse, senza saperlo, ci siamo già adattati.
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