C’è un errore comune che contamina il cibo che mangiano ogni giorno: c’entra il modo in cui laviamo i piatti
La sicurezza alimentare è di fondamentale importanza, anche se troppo spesso sottovalutata. Eppure dovrebbe essere centrale nella nostra vita: cosa mangiamo? Da dove arriva questo cibo che ingeriamo? Quanto è cotto? Come scongeliamo? Ma soprattutto: è potenzialmente contaminato quel cibo che stiamo per mangiare? Anche perché la cosa che ignoriamo è che i cibi possono essere contaminati non solo nei supermercati dove acquistiamo, ma spesso ciò accade direttamente nelle nostre case.
Molti consumatori invece prestano attenzione alla freschezza degli ingredienti e alla qualità dei prodotti utilizzati, ma spesso trascurano un aspetto altrettanto fondamentale: il modo in cui laviamo i piatti. Alcune abitudini comuni, apparentemente innocue, possono invece favorire la proliferazione di batteri e mettere a rischio la salubrità delle pietanze che consumiamo quotidianamente.
Poi, certo, quando si parla di igiene in cucina, tutti pensano al frigorifero o alle mani da lavare prima di cucinare. Ma la verità è che l’errore più diffuso, e anche più sottovalutato, si trova lì, vicino al lavandino: la spugnetta dei piatti. Sembra un oggetto innocuo, pure simpatico nel suo essere sempre sacrificato, ma diventa facilmente una piccola centrale batterica.
Se ti è capitato di pensare “la cambio quando si rompe”, sei in buona compagnia. È quello che fanno quasi tutti. Eppure è proprio questa abitudine a rendere la spugna uno dei principali veicoli di contaminazione tra stoviglie, superfici e cibo. Una spugnetta umida e calda è, per i batteri, un appartamento di lusso vista mare.
Ci vive di tutto: dai residui di cibo a organismi come E. coli, Staphylococcus e altre presenze che, fidati, non vuoi vicino al tuo pranzo. Dopo una giornata di utilizzo, la carica microbica può aumentare enormemente, soprattutto se la lasci sul bordo del lavandino a impregnarsi d’acqua. La conseguenza? Anche se lavi piatti e pentole con cura, rischi comunque di lasciarci sopra tracce di microrganismi. E da lì il passo verso la contaminazione alimentare è breve e molto più comune di quanto immagini.
La soluzione, per fortuna, è semplice. Le spugnette dovrebbero essere:
pulite dopo ogni utilizzo
disinfettate almeno una volta a settimana, anche solo lasciandole in acqua bollente per cinque minuti
sostituite ogni mese, senza aspettare che si sbriciolino
Sono indicazioni che emergono costantemente nelle linee guida dei dipartimenti di igiene alimentare e nei consigli di esperti che studiano da anni la diffusione dei batteri negli ambienti domestici. E sì, capisco che a volte sembri un’esagerazione. Ma quando inizi a vedere la spugna come un “oggetto vivo”, la prendi un po’ più sul serio.
Tuttavia attenzione: la contaminazione dei piatti può avvenire in modi insospettabili, non solo tramite le spugnette. Occhio al riutilizzo della stessa acqua sporca per esempio. Magari pensi di risparmiare tempo e acqua. In realtà stai immergendo stoviglie pulite in una brodaglia di germi in festa. Cambiarla spesso fa la differenza.
Sbagliati anche tenere piatti e posate umidi nei mobili. L’umidità chiusa al buio è una combinazione che i batteri amano. Asciugarli bene non è pignoleria, è buon senso. E guai a non considerare anche il lavandino che rappresenta un vero campo di battaglia. Va igienizzato con regolarità per evitare che ciò che entra pulito esca… meno pulito.
I consiglio per evitare di contaminare i cibi che mangi ogni giorno alla fine sono i seguenti:
Tieni due spugnette e alternale, così si asciugano bene tra un uso e l’altro.
Ogni tanto scegli una spazzola per piatti, che trattiene meno microbi rispetto alla spugna.
Dai un’occhiata agli stracci: se puzzano, non sono “vissuti”, sono contaminati.
Una cucina più sicura parte da oggetti minuscoli che però fanno una differenza gigante. E tutelano la tua salute: mangi sano, pulito, senza contaminazioni di alcun tipo.
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