Sì, devono essere cremosi, ma non solo: qui di seguito troverete due consigli preziosi per gli spaghetti alle vongole della Vigilia di Natale.
C’è un piatto che più di ogni altro rappresenta la tradizione della Vigilia, un appuntamento che non si può saltare: gli spaghetti alle vongole. È il classico dei classici, un piatto apparentemente semplice ma che nasconde insidie da chef stellato. Chi di noi non ha provato almeno una volta quel senso di frustrazione quando il risultato finale è “buono, ma manca qualcosa”, oppure quel timore che le vongole non si aprano tutte?
La verità è che il successo di questo primo non si misura solo nella famosa “cremina”, quel meraviglioso mix tra l’amido della pasta e il succo dei molluschi che rende tutto vellutato. Quella, ormai, è la base, il punto di partenza per chiunque si cimenti in cucina. Perché, in effetti, se nel 2025 alla Vigilia di Natale porti ancora in tavola gli spaghetti alle vongole senza farli prima risottare, beh, c’è qualche problema. Si scherza, ovviamente. Era solo un modo simpatico per affermare che ormai sembra un dogma, quella famosa cremina è irrinunciabile: tutti la vogliono, tutti la desiderano e (quasi) tutti la sanno anche ottenere.
Il vero segreto per un piatto memorabile, che farà commuovere gli ospiti per la sua perfezione, sta nei dettagli meno ovvi, in quelle due o tre accortezze che elevano la preparazione da “piatto ben fatto” a “capolavoro della Vigilia”. Non servono ingredienti esotici o tecniche complicate apprese in chissà quale scuola di alta cucina; servono solo due mosse furbissime, due hacks che riguardano la gestione del sapore e la presentazione.
Sono piccoli trucchi che agiscono dietro le quinte, cambiando completamente il profilo gustativo del piatto, rendendolo equilibrato, sapido al punto giusto e, cosa fondamentale, pratico da mangiare.
Ed eccoci al dunque, i due trucchi che fanno la differenza:
1. Gestione della sapidità: quando si lessa la pasta, è abitudine automatica salare l’acqua. Attenzione, però: in questa specifica ricetta, stiamo lavorando con ingredienti che sono già naturalmente ricchi di sale e iodio. I molluschi, liberando il loro prezioso liquido durante la cottura, trasferiscono una quantità notevole di sapidità al condimento, che poi andrà ad amalgamarsi con gli spaghetti.
Il trucco, quindi, è procedere con estrema cautela nell’insaporire l’acqua. È consigliabile mettere pochissimo sale – o addirittura non metterne affatto – durante la bollitura. In questo modo, si evita il rischio di avere un piatto eccessivamente salato, permettendo al gusto delicato e minerale del frutto di mare di emergere senza essere sopraffatto. Se a fine mantecatura il piatto dovesse risultare leggermente insipido, si è sempre in tempo ad aggiungere un pizzico di sale extra. Viceversa, se si esagera all’inizio, non c’è modo di rimediare.
2. Facilitare l’assaggio: per rendere l’esperienza a tavola più elegante e meno “battagliera” per i commensali, un ottimo consiglio è quello di liberare i molluschi dai loro gusci. Prendete circa la metà o, se preferite, i due terzi delle vongole cotte, separatele dal guscio e unite i soli frutti al condimento subito prima di mantecare la pasta. Il risultato è un piatto più generoso, dove il sapore del mare è distribuito uniformemente e non si deve “cercare” tra i gusci.
Si possono lasciare alcune vongole con il guscio per la decorazione del piatto e per richiamare visivamente l’ingrediente principale, ma eliminare la maggior parte dei gusci rende l’assaggio molto più comodo e veloce. I vostri ospiti apprezzeranno enormemente questa premura, perché potranno concentrarsi solo sul gusto e sulla compagnia, senza doversi sporcare troppo le mani o lottare con i gusci nel piatto. Questo dettaglio, che sembra piccolo, dimostra grande attenzione al comfort di chi è a tavola.
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