Quella frase mi risuona ancora nella mente: quest’anno non le darò modo di criticare perché l’arrosto sarà perfetto, inattaccabile.
Lo so che anche voi avete quell’ospite fisso, quella persona che, diciamocelo, non aspetta altro che trovare il pelo nell’uovo (o, in questo caso, la fettina di carne stopposa). Per me, l’anno scorso, è stata la mia amata, dolcissima suocera.
Dopo ore passate a spadellare e a infornare, a vederla affettare il mio magnifico (secondo me) arrosto, la frase è arrivata puntuale e letale, con quel suo sorriso appena accennato: “L’hai fatto tu? Si vede”. Che, tradotto dal suoceresco, significa: “Potevi fare di meglio”. Un colpo basso che brucia ancora.
Ma quest’anno le cose cambieranno. Quest’anno ho affinato la tecnica, ho studiato i segreti dei maestri e ho preparato una strategia di contrattacco inappellabile. Non le darò nemmeno il tempo di aprire bocca. Dimenticate gli arrosti secchi, i fondi di cottura insipidi e l’ansia che la carne si sfaldi. Siamo qui per trasformare un semplice secondo piatto in un trionfo che lascerà tutti a bocca aperta. Preparatevi, perché la vendetta si serve calda e succulenta.
E ora, passiamo al sodo. Se volete davvero far impallidire i commensali e, soprattutto, superare l’esame della suocera con il massimo dei voti, dovete concentrarvi su due aspetti molto importanti: la morbidezza della carne e la cremosità del sugo di accompagnamento.
Il primo passo per evitare che l’arrosto si trasformi in una suola è garantirgli idratazione costante durante la cottura. Se non vi piacciono le carni troppo asciutte non dovete permettere che perdano eccessivamente i liquidi. Dunque, potete avvolgerla completamente in fette sottilissime di pancetta o lardo. In cottura, il grasso si fonderà lentamente, penetrando nella carne e rendendola straordinariamente tenera e saporita. Se, invece, state cercando una versione un po’ più leggera (ma onestamente, a Natale chi conta le calorie?), potete optare per coprire l’arrosto con fette di verdure come zucchine o melanzane. Queste, rilasciando la loro acqua, impediranno alla carne di seccarsi.
Qualunque sia la vostra scelta, assicuratevi di legare sempre molto bene l’arrosto con lo spago da cucina. Una forma compatta aiuta non solo nell’estetica finale, ma garantisce anche una cottura uniforme. Ricordate inoltre di dedicare tempo a sigillare bene la carne, facendola rosolare in padella su tutti i lati prima di spostarla in forno. Così creerete una barriera esterna che trattiene i succhi interni.
Ma il vero tocco di magia, quello che distingue un buon arrosto da un arrosto memorabile, è il sughetto. Non si tratta solo di raccogliere il fondo di cottura. Per prima cosa, durante la fase di rosolatura in padella, sfumate la carne con un bicchiere di vino. Non appena l’arrosto è in forno, ricordatevi di bagnarlo con il fondo di cottura almeno a metà preparazione per mantenerlo umido. La parte cruciale, però, è la preparazione di una salsa ricca e avvolgente da servire a parte.
Ecco l’occorrente per trasformare il fondo di cottura in una crema squisita:
Fondo di cottura dell’arrosto (filtrato)
1 cucchiaio di farina
1 bicchiere di vino rosso
Burro (una noce abbondante)
1 bicchiere di brodo (caldo)
Raccogliete il fondo di cottura e filtratelo in un pentolino. Aggiungete immediatamente la farina e il vino, mescolando energicamente per evitare la formazione di grumi. Mentre il composto si restringe e si addensa, unite gradualmente il brodo caldo, continuando a mescolare finché non otterrete una consistenza densa, quasi come una crema. A questo punto, spegnete il fuoco e incorporate il burro, che donerà alla salsa un aspetto lucido e una rotondità incredibile. Quando l’arrosto sarà cotto e affettato, irrorate generosamente le fette con questo sughetto. Vi assicuro, sarà il vostro asso nella manica. Quest’anno, la suocera non avrà nulla da ridire.
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