3 comportamenti che fanno infuriare i camerieri al ristorante, siamo ben oltre la maleducazione

Meglio fare attenzione a questi ‘dettagli’ perché si rischia di fare davvero delle pessime figure al ristorante, ci sono dei comportamenti da evitare.

Quando si va al ristorante, soprattutto se con la propria famiglia o tra amici, è sempre una ‘festa’. Un momento di gioia. Però spesso dimentichiamo quanto sia complicato il lavoro di un cameriere. Esiste – a tal proposito – una linea d’ombra, spesso superata inconsapevolmente dai clienti, che trasforma una semplice cena in un incubo.

cameriere con piatti in mano
Non fare questo col cameriere quando vai al ristorante – darino.it

Non si tratta solo di dimenticare le basi del galateo, ma di assumere atteggiamenti che minano la dignità professionale di chi lavora in sala. Esistono gesti che, più di altri, fanno ribollire il sangue anche al cameriere più paziente. Se pensate che non lasciare una mancia sia il torto peggiore, beh, è il momento ricredervi.

Non devi mai comportarti così con i camerieri al ristorante

Partiamo dalle basi, a questo punto. E’ bene sapere che utilizzare il rumore delle dita per sollecitare l’intervento di chi serve ai tavoli è probabilmente l’apice dell’arroganza in un contesto pubblico. Questo modo di fare fa innervosire (giustamente) il personale, in quanto si sente trattato malissimo e di certo non come un professionista. Oltre a risultare profondamente fuori luogo, crea un clima di disagio visibile anche per gli altri ospiti. Il metodo corretto per ottenere attenzione è la pazienza: è sufficiente incrociare lo sguardo dell’addetto o, qualora l’attesa si prolungasse, chiamarlo con un garbato tono di voce, evitando accuratamente grida o gestualità teatrali.

schioccare le dita
Mai schioccare le dita per chiamare il cameriere – darino.it

Al tempo stesso, è bene sapere anche che chi lavora nella ristorazione è tenuto a mantenere una maschera di cordialità e ottimismo, indipendentemente dalla stanchezza o dai problemi personali. Questo sforzo merita una reciprocità basilare che parte dal saluto iniziale. Entrare in un locale ignorando il “buongiorno” o il “benvenuti” del personale è un segnale di estrema superbia. Un cliente che non ricambia un semplice cenno di cortesia comunica che chi ha davanti è invisibile. La gentilezza non è un extra sul conto, sia chiaro.

Arriviamo adesso a un tema molto delicato: i bambini. Ricordiamoci che la sicurezza per loro deve restare la priorità. Anche nei ristoranti più aperti alle famiglie, permettere ai propri figli di trasformare la sala in un parco giochi è un errore imperdonabile. I corridoi tra i tavoli sono percorsi di lavoro dove circolano vassoi carichi di stoviglie bollenti e cristalleria fragile. Un bambino che corre libero non è solo una fonte di disturbo per i presenti, ma costituisce un ostacolo fisico imprevedibile. Un impatto accidentale con un cameriere può causare ferite serie e danni materiali, rendendo il servizio una corsa a ostacoli. Insomma, potrebbe finire male e questo rischio non può che causare stress notevole a chi lavora.

Il cliente dovrebbe comprendere che il ristorante è un ecosistema basato sul rispetto. Quando ci sediamo a tavola, entriamo in uno spazio di condivisione dove la nostra libertà finisce dove inizia la sicurezza e la dignità di chi lavora. Evitare questi tre errori madornali non vi renderà solo dei commensali più graditi, ma contribuirà a creare un’atmosfera migliore per tutti. Ricordiamoci che la qualità della nostra serata dipende in gran parte dalla serenità di chi ci serve: un sorriso e un po’ di buonsenso sono i condimenti migliori per ogni pasto.

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