Cosa significa interrompere gli altri: non solo maleducazione, per la psicologia…

Interrompere gli altri mentre parlano potrebbe essere interpretato come un segno di maleducazione ma in realtà è molto più di questo.

Vi siete mai ritrovati a mordervi la lingua per evitare di interrompere gli altri troppo spesso? Per la psicologia non è maleducazione, il comportamento nasce da una prerogativa specifica positiva. Il forte impulso a finire una frase o anticipare il pensiero è frutto di un meccanismo cerebrale.

Persone che parlano
Cosa significa interrompere gli altri: non solo maleducazione, per la psicologia… (Ivancotroneo.it)

Gli impulsi sono difficili da frenare. Scientificamente nascono perché un neurone stimolato da un input esterno o interno genera un segnale elettrico che arriva alla sinapsi dove rilascia neurotrasmettitori. Sono sostanze chimiche che attivano altri neuroni e il segnale diventa stimolo elettrico. Ogni persona reagisce in modo diverso agli stimoli che riceve, esterni o interni che siano.

L’impulso di interrompere una persona mentre sta parlando è frutto di precisi meccanismi cerebrali che coinvolgono le aree del cervello interessate dalla produzione linguistica e dalla comprensione del linguaggio. Nel momento in cui si interrompe il cervello compie i due processi cognitivi contemporaneamente. Mentre comprende già elabora la risposta ma perché ha questa “fretta”?

Perché si interrompono le persone quando parlano

Solitamente quando si ascolta la corteccia prefrontale dorsolaterale ha il compito di farci tenere a mente le informazioni e frenarci ma questo freno può venir meno. Il motivo può essere la ricerca di una ricompensa immediata con la dopamina che ci spinge ad intervenire nel momento in cui si pensa che parlare per primi faccia ricadere l’attenzione su di sé. Un altro motivo è la paura di perdere il filo del discorso, in altri casi sono i segnali sociali a spingere verso una risposta veloce.

Persone che parlano
Perché si interrompono le persone quando parlano (Ivancotroneo.it)

Tre cause principali, dunque, ossia il bisogno di approvazione, la paura di dimenticare e l’ansia sociale. La tendenza all’interruzione può dipendere da dinamiche familiari, culturali e sociali apprese ma anche dalla tecnologia e dalle frequenti distrazioni che aumentano il carico cognitivo. Interrompere in alcuni casi è una scelta comunicativa, un modo per accelerare i tempi o di dimostrare la velocità di pensiero essendo arrivati ad una risposta già durante il primo ascolto.

In altri, invece, è segnale di un disagio emotivo, di un disturbo che va approfondito. Nello specifico una valutazione clinica è richiesta se si suppone un disturbo da deficit dell’attenzione, un disturbo dello spettro ossessivo-compulsivo, demenza o effetti di un trauma cranico. In generale per capire se l’impulso di interrompere va approfondito bisogna valutarne la frequenza – se persistente non va bene – la gravità – l’interruzione compromette i rapporti – e la coesistenza con altri sintomi neurologici. In conclusione, interrompere gli altri mentre parlano non è maleducazione. C’è molto di più dietro questo comportamento.

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