Circolano vari falsi miti sulla carta stagnola, specie in relazione al suo uso in cucina; il professor Schettino prova a spiegare i principi fisici dietro il suo utilizzo.
Sul web continuano a essere diffuse informazioni spesso allarmistiche sulla carta stagnola. In alcuni articoli, il foglio sottile di alluminio usato principalmente in cucina per conservare e cuocere alimenti viene per esempio descritto come un materiale tossico e pericoloso. C’è chi spiega che tale tipo di carta sia da evitare in cucina, in quanto predisposto a lasciare in ogni caso tracce di alluminio.

Si sente poi spesso discutere anche del lato da sfruttare. Secondo alcuni, solo una parte del foglio sarebbe pericolosa. Ci sarebbe insomma un lato giusto da usare. E, per contro, bisognerebbe sempre evitare di esporre il cibo al lato sbagliato. Anche il prof Schettino, amatissimo divulgatore scientifico attivo sui social, si è concentrato sull’argomento. In un suo video pubblicato su Instagram e TikTok il professore pugliese ha voluto mostrare ai suoi tanti follower un foglio di carta stagnola.
Dopo aver raccontato di essere un grande utilizzatore di questo materiale, il prof ha tirato fuori una banana e l’ha quindi ricoperta bene con della carta stagnola. E fin qui, nulla di strano. Il prodotto serve principalmente a questo. Si sfrutta da quasi cento anni in cucina per la conservazione degli alimenti, cioè per avvolgere i cibi in modo da proteggerli da luce, aria e umidità.
Carta stagnola, il prof Schettino smonta il falso mito
La carta d’alluminio può poi essere sfruttata anche per la cottura al cartoccio (la tecnica ideale per cuocere pesce, verdure e carne in forno) o per coprire le teglie, in modo da evitare bruciature o mantenere il calore. Qualcuno lo mette in microonde. E si tratta di una cattiva abitudine. Non perché possa contaminare il cibo, ma perché il materiale può provocare scintille.

Il prof Vincenzo Schettino si è concentrato sul tema del lato buono. E per farlo ha voluto spiegare che differenza c’è davvero tra il lato più lucido e quello più opaco della carta. Il prof, con il suo stile diretto e accessibile, ha quindi raccontato che questa differenza nasce dal processo produttivo. Per produrre la carta stagnola, l’alluminio viene pressato più volte attraverso dei rulli di acciaio. Si procede con coppie di fogli, posti uno sopra all’altro.
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Per cui i lati a contatto con i rulli, quello superiore e quello inferiore, diventano più lisce e brillante. Mentre i lati non esposti restano sostanzialmente opachi. Dunque la differenza tra i due lati non è sostanziale. Il lato lucido non ha caratteristiche fisiche differenti da quelle opache. “Non c’è nessun problema in cucina a utilizzare un lato piuttosto che un altro“, ha chiarito infatti il professore.





