Lavare i denti è fondamentale e il dentifricio è un preziosissimo alleato: ma cosa si usava prima della sua creazione? Resterai sorpreso

Lavare i denti è una delle principali (e sacrosanta) cosa che ci insegnano da bambini. Svegliarsi la mattina, fare una ricca colazione per un bost in vista della giornata che ci aspetterà, per poi sciacquarsi e porre l’attenzione appunto anche all’igiene orale. Per poi proseguire altre volte durante la giornata, con tanto anche di spazzolino tascabile per chi il pomeriggio non è a casa ma in ufficio ed è doverosamente scrupoloso anche fuori dal proprio nido. La sera, dopo cena, ecco che ci risiamo ponendo una giusta attenzione ai nostri denti e in generale alla nostra bocca.
Parliamo di una sanissima abitudine da tramandare ora ai più piccoli e che diventa poi parte di noi. Diventa dura, infatti, proseguire senza sciacquarsi la bocca. Ci si sente sbagliati, sporchi, e si fa fatica a proseguire in quel che si deve fare senza passare necessariamente prima dal bagno per una ripulita. Se poi il dentifricio è quello accuratamente scelto e ormai noto, meglio ancora: ti lascia quella sensazione di freschezza interna che non ha eguali.
Cosa si usava prima dei dentifrici? Le pratiche che non ti aspetti

Eppure c’è una domanda che vale la pena porsi, un quesito che sicuramente solleticherà la fantasia ai più curiosi: sapete cosa si usava per lavare i denti prima del dentifricio? Perché oggi lo diamo assolutamente per scontato, ma va da sé che decenni addietro non era assolutamente così. Prima dell’arrivo del moderno dentifricio, quello colorato, mentolato e perfettamente cremoso che conosciamo oggi, l’igiene orale era tutta un’altra storia.
Le persone cercavano infatti soluzioni semplici, prese direttamente dalla natura o ricavate da ciò che avevano in casa, spesso con risultati sorprendenti. È affascinante vedere come, in un mondo senza tubetti e senza spot televisivi, si riuscisse comunque a trovare un modo per mantenere un sorriso presentabile. E, a dirla tutta, alcune di queste alternative naturali sono state talmente efficaci da arrivare fino ai giorni nostri.
La salvia: la “spazzolina” che profumava la bocca
Tra le pratiche più diffuse, una spicca per eleganza e semplicità. Le foglie di salvia, strofinate direttamente sui denti, erano considerate un vero e proprio dentifricio naturale. Non era un gesto improvvisato: la salvia veniva raccolta in un momento preciso dell’anno, poco prima della fioritura, quando gli oli essenziali erano più concentrati e la foglia rilasciava il massimo della freschezza.
Chi l’ha provata almeno una volta lo sa: lascia una sensazione pulita, quasi balsamica, e un profumo che resta a lungo. Oggi, non a caso, la si ritrova in tantissimi prodotti per la cura della persona, dalle creme ai detergenti, proprio per le sue proprietà purificanti, tonificanti e calmanti.
In molte culture antiche si usavano rametti particolari, soprattutto quelli di miswak o altre piante ricche di resine. Bastava masticare un’estremità finché non diventava una mini-spazzola naturale. È una tradizione millenaria che ancora oggi è diffusa in alcune parti del mondo. Questi rametti non solo rimuovevano la placca in modo meccanico, ma rilasciavano anche sostanze antibatteriche: una sorta di precursore dello spazzolino moderno, con un tocco completamente naturale.
Polveri abrasive: farina d’osso, carbone e bicarbonato
Prima dell’avvento delle paste dentifrice, l’idea era semplice: “sfregare” per pulire. Così nacquero le prime polveri abrasive. Alcune, a leggerle oggi, fanno quasi impressione.
Si usavano:
-
Farina d’osso finissima
-
Polveri di carbone
-
Cenere setacciata
-
Bicarbonato naturale
La logica era rudimentale ma efficace: rimuovere ciò che si attaccava ai denti sfruttando materiali granulari. Alcuni di questi – come il bicarbonato – sono rimasti nella tradizione popolare e vengono ancora usati, con moderazione, per sbiancare i denti.
Chi desiderava una sensazione più piacevole invece ricorreva a piante aromatiche come menta selvatica, chiodi di garofano e semi di finocchio. Non erano veri dentifrici, ma aiutavano a rinfrescare l’alito e a ridurre i cattivi odori nella bocca. In pratica era l’antico equivalente del “gusto menta forte”, ma più rustico.
Quando sono arrivati i primi veri dentifrici
E poi cosa è successo? I primi dentifrici moderni arrivano nell’Ottocento e non assomigliavano affatto a ciò che usiamo oggi. Erano soprattutto paste rudimentali, a volte vendute in piccoli vasetti di ceramica. Solo più tardi arrivò il tubetto flessibile, ispirato, tra l’altro, ai tubetti usati dai pittori per i colori.
A partire dal Novecento entrano nella formula ingredienti nuovi, come il fluoro e gli aromi sintetici, che rendono il prodotto più efficace e più gradevole. Ed è così che si passa dai rimedi casalinghi al dentifricio che tutti conosciamo: cremoso, profumato e immediato da usare. Quello che ancora oggi è un fondamentale compagno di lavoro, di viaggio e di vita. E guai a farne a meno o a dimenticarlo: ci sentiremmo in errore tutto il tempo.





