Il sushi è una passione comune per tanti, ma sapete perché si mangia con le bacchette? Il motivo dietro tale usanza storica

“Mangiamo sushi stasera?”, quante volte lo abbiamo detto e proposto ad amici e partner durante i vari weekend. Perché questo tipo di cucina, per chi ne è amante, ha un richiamo irresistibile ciclicamente. Se ne può far a meno anche per un bel po’, ma poi – a un certo punto – ecco che scatta quell’esigenza di andare in un ristorante di questo tipo e immergersi in Oriente per qualche ora. Niente posate, dentro le bacchette.
C’è qualcosa di magico già in questo modo di fare. Ma non è solo un dettaglio folkloristico, né una moda arrivata in Europa insieme ai primi ristoranti nipponici: è una pratica antica, radicata nella cultura e nel modo in cui il Giappone ha sempre concepito il rapporto fra cibo, mani e socialità. Ma come mai vi è questa pratica per noi insolita? Come nasce e come si tramanda nel corso dei decenni?
Perché il sushi si mangia con le bacchette

Per capire il vero motivo bisogna fare un salto indietro nel tempo, quando in Giappone il sushi non era ancora il protagonista elegante dei ristoranti, ma un alimento molto più semplice. Le bacchette, in realtà, erano già presenti nella vita quotidiana da secoli: erano utilizzate per motivi igienici, per evitare il contatto diretto delle mani con il cibo condiviso e per non contaminare piatti comuni o alimenti crudi.
Oggi siamo abituati a standard igienici diversi, ma allora era una vera garanzia di sicurezza. In fondo basta pensare che il sushi nasce da materie prime delicatissime, come il pesce crudo. Ecco perché l’idea di non toccarlo direttamente con le mani era, in un certo senso, un gesto di rispetto e di protezione.
Poi accanto alla funzione pratica c’è un aspetto più culturale. In Giappone il modo in cui si mangia è considerato parte dell’esperienza, quasi quanto il gusto stesso. Le bacchette, o hashi, diventano una sorta di prolungamento delle mani e rappresentano un modo elegante per portare il cibo alla bocca. Non è un caso che i giapponesi siano molto attenti alla postura, ai movimenti, alla compostezza del pasto.
Un maestro di sushi, intervistato anni fa per un documentario sulla cultura gastronomica nipponica, disse una frase illuminante: “Mangiare con le bacchette è come scrivere con un pennello: richiede calma e rispetto”. E in effetti, quella lentezza misurata rende tutto più cerimonioso.
Il sushi si può mangiare anche… con le mani
C’è un’altra cosa però che vi sorprenderà: il sushi si può mangiare anche con le mani e in Giappone è normalissimo farlo, soprattutto con il nigiri. L’uso delle bacchette non è un obbligo, è più una tradizione che si è consolidata nel tempo e che in Occidente abbiamo adottato come regola fissa. L’importanza delle bacchette resta però fortissima per motivi culturali: sono viste – come dicevamo – come un modo più “pulito”, più preciso e soprattutto più rispettoso, perché permettono di non deformare il riso e di mantenere la forma del boccone preparato dallo chef.
Uno degli aspetti più tecnici riguarda proprio il riso, l’elemento centrale del sushi. Il riso giapponese — che sia del tipo koshihikari o una delle sue varianti — è molto appiccicoso. Toccarlo con le dita rischia di rovinare la texture, mentre le bacchette consentono di prelevare il pezzo mantenendolo integro. Questo vale soprattutto per i roll ricchi di ingredienti o decorazioni, nei quali il contatto delle mani potrebbe alterare la temperatura o sciogliere leggermente la parte esterna del riso. E ora… pensate già quando potete calendarizzare una nuova tappa sushi.





