In occasione del suo tour teatrale con “Money-Il bilancio di una vita”, Joe Bastianich ripercorre i momenti più duri della sua vita.
Oggi i ‘money’ ci sono ma per Joe Bastianich non è stato sempre così. E nel suo ultimo spettacolo teatrale “Money-Il bilancio di una vita”, l’imprenditore e personaggio ripercorre proprio tutte le tappe della sua vita, a partire dalle difficoltà di quel ragazzo che faceva il cameriere, passando per i no e i fallimenti, fino alla rinascita. Intervistato dal Corriere, il volto di Masterchef Italia ha ricordato quel ragazzino che a scuola veniva indicato come “sfigato” e “ciccione” e guardato dall’alto in basso.

Non sono mancati i riferimenti alla sua famiglia, “emigrante povera” nel Queens, che ha aperto il primo ristorante verso la fine degli anni 60, nella piena periferia newyorkese. Un contesto in cui ha sofferto molto e che ricorda ancora in modo nitido, ma che gli ha dato la spinta per diventare quello che è adesso. In seguito alcuni dettagli dell’intervista.
Joe Bastianich sulle difficoltà economiche del suo passato: “Non ci potevamo permettere di meglio”
“A 10 anni, per 9 dollari a settimana, mi alzavo all’alba, prendevo la bici e consegnavo giornali al lancio prima di andare a scuola. Finche un panettiere non mi ingaggia per infornare bagel: i dollari erano diventati addirittura 18″. Con queste parole, intervistato da Il Corriere, Joe Bastianich parla del suo primo lavoro, sottolineando come, quello che ha vissuto in passato, lo spinge ora a irritarsi contro chi tratta con supponenza i camerieri.

Oggi l’imprenditore ha costuito un vero e proprio impero, ma in un certo periodo della sua vita, “la fame a casa era vera”. “A casa abbiamo scongelato tonnellate di alette di pollo, non ci potevamo permettere di meglio. In seguito il ristorante nel Queens ha ingranato e i miei genitori sono arrivati a Manhattan (con l’insegna Felidia, nel 1981)”, ha raccontato. Successivamente, è stato lui stesso ad aprire il suo ristorante e i primi 80 mila dollari gli sono stati prestati dalla nonna Erminia.
Coi solfi che ha guadagnato, però, Bastianich ha voluto realizzare qualcosa in più, non limitandosi al mondo degli affare e della ristorazione: “Fermarmi solo al business non mi faceva stare bene. Adesso, grazie a ciò che ho fatto prima, posso dedicarmi al mio lato creativo e farlo crescere: mi sento completo. Musica, teatro”.





