Non si può lasciare nulla al caso nelle festività natalizie. Gli spaghetti alle vongole vanno preparati con cura e senza errori.
Le festività e le domeniche in famiglia in Italia hanno spesso un profumo inconfondibile: quello del mare. Gli spaghetti alle vongole non sono un semplice primo piatto, ma qualcosa di più. Tradizione, ricorrenza e chi più ne ha più ne metta.

D’altronde, che si tratti della cena della Vigilia o di un pranzo estivo, questo piatto rappresenta l’eccellenza della semplicità. E proprio perché gli ingredienti sono pochi e preziosi, la cura del dettaglio diventa fondamentale per trasformare un’ottima pasta in un’esperienza da veri chef, capace di appagare non solo il palato ma anche lo sguardo degli ospiti.
L’errore che quasi tutti fanno con i gusci delle vongole
Cucinare un piatto di spaghetti alle vongole impeccabile richiede attenzione alla pulizia e alla cottura, ma c’è un passaggio finale che molti sottovalutano, commettendo un errore che incide sulla resa complessiva. Spesso ci si divide in due fazioni: chi serve la pasta con tutti i gusci integri e chi, per eccessiva praticità, decide di rimuoverli completamente prima di portare in tavola. Entrambe le scelte, però, penalizzano il risultato.

La presentazione visiva è importante: si sa, l’occhio vuole la sua parte. Per cui, possiamo dire che il segreto per un impiattamento magistrale risiede nell’equilibrio: la strategia vincente consiste nel privare del guscio una buona parte dei molluschi, ma non tutti.
Una pasta totalmente sgusciata, per quanto sicuramente ‘pratica’, perde quel fascino che solo il guscio sa conferire, risultando esteticamente piatta. Al contrario, colmare il piatto con troppe conchiglie lo rende eccessivamente ingombrante e difficile da gestire per l’ospite, che si troverebbe a dover “scavare” tra i gusci per trovare la pasta. Lasciando una piccola parte di vongole intere come decorazione, otterrai un effetto scenografico elegante, garantendo al contempo un assaggio semplice.
Meglio chiarire anche quest’altro dubbio…
Spesso in pescheria sorge il dubbio: meglio la vongola verace o il lupino? Sebbene si somiglino, le differenze sono nette. La vongola verace è generalmente più grande, ha una forma più allungata e presenta due “sifoni” ben distinti. È apprezzata per la carne tenera e il gusto dolce.
Il lupino, invece, è un mollusco autoctono del Mediterraneo, più piccolo e dalla forma arrotondata. Nonostante la dimensione ridotta, il lupino vanta una sapidità molto più intensa e marina rispetto alla verace. Se cerchi un piatto scenografico scegli le prime, ma se punti tutto su un sapore di mare concentrato e deciso, i lupini sapranno sorprenderti.
C’è da dire sicuramente anche che il lupino costa meno della vongola. Se si fa la spesa con un budget ridotto, meglio optare per il primo.





