Preparare il risotto perfetto per il pranzo di Natale può essere molto semplice se solo si conoscono questi trucchetti.
Se c’è un piatto che incarna l’eleganza ma anche il calore delle feste, è senza dubbio il risotto. Non c’è niente di più confortante di una bella onda di cremosità che si spande nel piatto, promettendo un sapore avvolgente e indimenticabile.

Per molti di noi, preparare il pasto della Vigilia significa tirare fuori il meglio dal repertorio culinario, e magari osare un pochino di più. Ecco perché, se la tua idea per la tavola festiva quest’anno punta dritta su quel riso maestoso, che sia ai frutti di mare, con verdure ricercate o, perché no, anche un classico mantecato allo zafferano, è fondamentale non lasciare nulla al caso.
Il risotto perfetto per Natale 2025: questi trucchetti fanno davvero la differenza
Sappiamo tutti che tra il riso semplicemente lessato e un vero risotto da chef c’è un abisso, e spesso la differenza non la fa la ricetta in sé, ma la cura che si mette nel processo. Quei dettagli minimi, quei passaggi che sembrano insignificanti ma che in realtà definiscono la riuscita finale del piatto. Ti è mai capitato di cucinare un risotto e sentirlo troppo appiccicoso, o peggio ancora, con i chicchi sfaldati? Bene, dimenticalo. La chiave per un piatto degno di applausi non risiede in ingredienti particolari e introvabili, ma nella tecnica.
La verità è che con pochi ma decisivi accorgimenti quest’anno potrai portare in tavola un’opera d’arte. Non parlo di chissà quali strane alchimie o segreti di famiglia custoditi gelosamente. Parlo di scienza, di amidi, di temperatura e di movimento. Sono quei piccoli segreti tramandati da chi il risotto lo sa fare davvero, quelli che trasformano un semplice piatto di riso in una esperienza cremosa, al dente e saporita. L’obiettivo è chiaro: un piatto che sia una vera e propria celebrazione della consistenza e del gusto, l’orgoglio del tuo cenone.

- Il primo aspetto da non sottovalutare è la selezione del riso. La riuscita vellutata del tuo piatto dipende quasi interamente dalla tipologia di riso che deciderai di utilizzare, in quanto è l’amido rilasciato a rendere la consistenza così speciale. Devi pertanto scegliere un riso specificamente indicato per la preparazione dei risotti. Vai al supermercato e cerca tra le varietà più adatte che sono: il Carnaroli, l’Arborio o il Vialone Nano. Controlla sempre attentamente le indicazioni sulla confezione; non tutti i risi sono uguali, e un chicco inadatto ti farà faticare inutilmente.
- Una volta scelto il tuo riso, il momento cruciale è quello della cottura. A seconda della ricetta, dovrai far soffriggere la cipolla tritata finemente per le preparazioni di terra, oppure aglio (che, mi raccomando, andrà rimosso prima di proseguire!) per i risotti di mare. Subito dopo, si passa a un passaggio fondamentale: la tostatura. Versa la quantità di riso desiderata (calcola circa 70-80 grammi a persona) nel tegame che stai utilizzando, a secco, ovvero senza aggiungere alcun liquido. Questo processo è davvero importante perché non è solo un modo per scaldare il riso. Tostare significa in pratica “sigillare” la superficie esterna del chicco. In questo modo, l’amido verrà rilasciato in modo controllato durante la cottura, garantendo una perfetta tenuta del chicco all’esterno e una consistenza cremosa all’interno. Se saltassi questa fase, il tuo riso avrebbe l’aspetto e il sapore di un semplice riso bollito. Fai saltare il riso per due o tre minuti, muovendo il recipiente per distribuirlo uniformemente, finché i chicchi non saranno trasparenti sui bordi e sentirai che toccandoli sono belli caldi.

Mescolare oppure no? Non tutti hanno le idee chiare – darino.it - E ora arriviamo al grande dubbio che affligge tutti gli aspiranti risottari: mescolare o non mescolare? Il mio pensiero a tal proposito è abbastanza chiaro: durante il cuore della cottura è meglio evitare di mescolare ossessivamente. L’idea è che lasciando il riso relativamente indisturbato, l’amido ha più opportunità di depositarsi e creare quella densità meravigliosa. Dunque, come evitare che il riso si attacchi sul fondo? Dopo aver aggiunto la prima mestolata di brodo (che deve essere sempre bollente!), usa un cucchiaio di legno e muovi delicatamente solo il riso lungo i bordi e al centro del recipiente. Questo piccolo movimento è sufficiente per permettere al brodo di scendere sul fondo e prevenire che i chicchi si attacchino. Lascia che il riso cuocia in autonomia, aggiungendo altro brodo man mano che il precedente viene assorbito.
- Arriviamo adesso ai tempi di cottura. Il processo completo, a seconda della varietà di riso scelta, richiede generalmente tra i 20 e i 30 minuti. Attenzione però: bisogna assaggiare il riso dopo circa venti minuti, e poi regolarmente, per cogliere il momento esatto in cui è al dente – ovvero cotto, ma ancora resistente al morso.
- Quando mancano gli ultimi due o tre minuti alla fine, si arriva alla fase più gratificante, la mantecatura. È questo il momento in cui si aggiungono i grassi freddi per creare l’emulsione finale. Puoi unire una generosa noce di burro ghiacciato freddo a cubetti, o del formaggio grattugiato, oppure, se preferisci un risultato più leggero o se la ricetta lo richiede (soprattutto per i risotti di pesce), un filo di olio extra vergine d’oliva. Se la ricetta prevede spezie o aromi particolari, è il momento di incorporarli. Adesso, e solo adesso, è il momento di mescolare con vigore! Bisogna metterci tanta forza affinché l’amido fuoriesca e si amalgami con i grassi, creando la tanto desiderata cremina. Spegni il fuoco, copri il risotto e lascialo riposare per un minuto. Solo dopo il riposo, servi immediatamente.
Seguendo questi passaggi, il tuo risotto della Vigilia sarà una vera e propria celebrazione del gusto e della consistenza. Sorprenderai positivamente gli ospiti e, sicuramente, lo ricorderanno bene per i prossimi anni.





